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GrETUA presenta in anteprima “Recorder” con testo di David Calão

GrETUA presenta in anteprima “Recorder” con testo di David Calão
Un testo per tre registi e quattro attori. Un “rischio” che ha portato ad un vero lavoro collaborativo

“Recorder” è lo spettacolo conclusivo del Corso di Formazione Teatrale 2024-2025 del GrETUA - Gruppo Teatrale Sperimentale dell'Università di Aveiro e la sua première è annunciata per oggi, al GrETUA, e resterà in scena fino al 18. Con la regia di João Garcia Neto, João Tarrafa e Maria R. Soares, il testo è di David Calão di Ilhavo e l'interpretazione è di Diogo Figueiredo, Daniela Lopes, Ana Conde e Inês Hermenegildo. Maria R. Soares ha spiegato al Diário de Aveiro che ha cercato di «lavorare con un linguaggio performativo che privilegia il “prepararsi a raccontare” piuttosto che il semplice “raccontare”. L'attenzione non è solo sulla narrazione della storia, ma sulla costruzione sensibile delle condizioni affinché questa storia emerga», aggiungendo di aver trattato il testo «come un oggetto scenico, passato di mano in mano, coreografato, manipolato con lo stesso grado di fisicità». Lo spazio... «viene riorganizzato, attivato e fallito». Per il regista, la tensione tra la volontà di preservare una memoria comune e il confronto con ciò che si trasforma nelle relazioni (a cui il testo si rivolge) «è stata la forza motrice della messa in scena», ricordando che David Calão è riuscito a scrivere «un testo sufficientemente aperto da poter essere affrontato da tre prospettive diverse senza che perda la sua forza».

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Un testo per tre registi e quattro attori. Un “rischio” che ha portato ad un vero lavoro collaborativo

“Recorder” è lo spettacolo conclusivo del Corso di Formazione Teatrale 2024-2025 del GrETUA - Gruppo Teatrale Sperimentale dell'Università di Aveiro e la sua première è annunciata per oggi, al GrETUA, e resterà in scena fino al 18. Con la regia di João Garcia Neto, João Tarrafa e Maria R. Soares, il testo è di David Calão di Ilhavo e l'interpretazione è di Diogo Figueiredo, Daniela Lopes, Ana Conde e Inês Hermenegildo. Maria R. Soares ha spiegato al Diário de Aveiro che ha cercato di «lavorare con un linguaggio performativo che privilegia il “prepararsi a raccontare” piuttosto che il semplice “raccontare”. L'attenzione non è solo sulla narrazione della storia, ma sulla costruzione sensibile delle condizioni affinché questa storia emerga», aggiungendo di aver trattato il testo «come un oggetto scenico, passato di mano in mano, coreografato, manipolato con lo stesso grado di fisicità». Lo spazio... «viene riorganizzato, attivato e fallito». Per il regista, la tensione tra la volontà di preservare una memoria comune e il confronto con ciò che si trasforma nelle relazioni (a cui il testo si rivolge) «è stata la forza motrice della messa in scena», ricordando che David Calão è riuscito a scrivere «un testo sufficientemente aperto da poter essere affrontato da tre prospettive diverse senza che perda la sua forza».

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Un testo per tre registi e quattro attori. Un “rischio” che ha portato ad un vero lavoro collaborativo

“Recorder” è lo spettacolo conclusivo del Corso di Formazione Teatrale 2024-2025 del GrETUA - Gruppo Teatrale Sperimentale dell'Università di Aveiro e la sua première è annunciata per oggi, al GrETUA, e resterà in scena fino al 18. Con la regia di João Garcia Neto, João Tarrafa e Maria R. Soares, il testo è di David Calão di Ilhavo e l'interpretazione è di Diogo Figueiredo, Daniela Lopes, Ana Conde e Inês Hermenegildo. Maria R. Soares ha spiegato al Diário de Aveiro che ha cercato di «lavorare con un linguaggio performativo che privilegia il “prepararsi a raccontare” piuttosto che il semplice “raccontare”. L'attenzione non è solo sulla narrazione della storia, ma sulla costruzione sensibile delle condizioni affinché questa storia emerga», aggiungendo di aver trattato il testo «come un oggetto scenico, passato di mano in mano, coreografato, manipolato con lo stesso grado di fisicità». Lo spazio... «viene riorganizzato, attivato e fallito». Per il regista, la tensione tra la volontà di preservare una memoria comune e il confronto con ciò che si trasforma nelle relazioni (a cui il testo si rivolge) «è stata la forza motrice della messa in scena», ricordando che David Calão è riuscito a scrivere «un testo sufficientemente aperto da poter essere affrontato da tre prospettive diverse senza che perda la sua forza».

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